Grande distribuzione e politiche ambientali: i nuovi scenari all’orizzonte
Il mondo si muove verso ideali più ecologici da una parte ma spinge anche verso il commercio online: come far convivere le due cose
Parliamo sempre più spesso di politiche ambientali e nuove leggi volte a salvaguardare il pianeta, abbattere le emissioni e combattere contro il cambiamento climatico. Non è sempre facile, e un esempio è dato dalla grande distribuzione, settore che chiaramente ha bisogno di trasporti, imballaggi e altri fattori che indubbiamente inquinano.
E allora: come possono convivere le nuove politiche ambientali con la grande distribuzione e il commercio online? Vediamolo insieme.
L’impatto ambientale
Lo sviluppo sostenibile sta prendendo piede, si mira a cambiare abitudini e raggiungere più rapidamente gli obiettivi del Green New Deal: la ripresa dell’economia deve comunque riuscire a rispettare l’abbattimento delle emissioni inquinanti, contenendo quindi l’impatto sull’ambiente.
Le nuove politiche ambientali comunitarie e internazionali spingono anche il settore della grande distribuzione a raggiungere obiettivi di sostenibilità concreti. I consumatori consapevoli sono sempre di più, e pongono la loro attenzione su prodotti ecologici e sostenibili.
Un grandissimo cambiamento, che coinvolge tutta la GDO: dalla logistica, agli imballaggi, alle emissioni legate allo spostamento di merci. Se si vuole un mondo più green, è necessario intervenire su questo settore. E impegnarci, tutti. Ognuno di noi infatti può realmente fare la differenza, adottando comportamenti consapevoli e che possano rispettare quelli che sono gli obiettivi futuri (ma non così lontani) a cui puntano le politiche ambientali.
Commercio online e sostenibilità
Se in passato il commercio online era un’idea lontanissima e sconosciuta, e lo sappiamo molto bene, oggi l’e-commerce si è diffuso praticamente in qualsiasi settore. Per poter rispettare le nuove politiche ambientali però è necessario fare dei cambiamenti.
Gli acquisti in rete infatti non hanno impatto zero sul pianeta, anzi. E i consumatori comunque hanno ancora bisogno di essere sensibilizzati su questa tematica importante.
Nel caso dell’e-commerce, il trasporto nell’ultimo miglio è uno dei fattori che incide maggiormente a livello di inquinamento ed emissioni di CO2. Ma anche il packaging e il confezionamento dei prodotti hanno un forte impatto negativo sul pianeta.
Oltretutto, anche se i clienti non devono muoversi per raggiungere il negozio fisico e fare acquisti, le consegne a domicilio devono essere portate a termine con i furgoni e i camion degli autotrasportatori. Sicuramente l’impatto è più basso rispetto a quello dei singoli automobilisti che si spostano per raggiungere i punti vendita e tornare a casa, ma non è inesistente, per nulla.
Con il commercio online non servono parcheggi né spazi fisici dedicati alla vendita, è vero, ma c’è bisogno di ambienti molto grandi in cui occuparsi della lavorazione degli ordini e delle spedizioni.
Per questo anche l’e-commerce inquina, per molti esperti meno rispetto al commercio offline, ma la strada da fare per rispettare le politiche ambientali e ridurre l’inquinamento è ancora parecchia.
Ricordiamo che nel commercio online l’imballaggio ha un impatto forte, e spesso purtroppo i materiali usati non sono riciclabili. Anche in questo caso, la strada da fare per la sensibilizzazione delle aziende è lunga e tortuosa. Gli esperti sono alla ricerca di un unico materiale da usare per i packaging e gli imballaggi, totalmente riciclabile.
Anche i resi dei prodotti comprati online sono un altro aspetto che incide sull’inquinamento: si tratta infatti di una politica che aumenta certamente la soddisfazione del cliente, ma che impatta sull’ambiente. Restituire la merce raddoppia i trasporti e quindi anche le emissioni.
Altro fattore da non sottovalutare è quello legato ai mezzi inquinanti: per rispettare le nuove politiche ambientali a livello nazionale, internazionale e comunitario è fondamentale sostituire questi veicoli con soluzioni più ecologiche e green, come i nuovi furgoni e camion elettrici. Ma i tempi non sono ancora maturi per questo.
Politiche ambientali e commercio online: come possono convivere
Commercio sostenibile e online possono andare d’accordo, ma tutti noi dobbiamo avere nuove consapevolezze e abitudini.
Il primo passo sarebbe usare solo imballaggi riciclabili e dare al cliente tutte le informazioni per lo smistamento dei materiali. Ogni consumatore dovrebbe pensare anche ai tempi di consegna: il trasporto veloce inquina e dovremmo tutti chiederci quanto valga la pena ricevere un prodotto entro 24 ore, quando spesso possiamo anche aspettare qualche giorno in più.
L’importante è informarsi e sensibilizzare anche chi ci sta vicino, per ridurre l’impatto dei nostri acquisti sull’ambiente in cui viviamo.
E-commerce sostenibili e politiche ambientali: le soluzioni
Vediamo alcune soluzioni che possono essere applicate per aumentare la sostenibilità del commercio online:
- scegliere brand a basso impatto ambientale;
- puntare alla logistica sostenibile: uso di mezzi green, gestione dei magazzini con soluzioni eco (pannelli solari e fotovoltaici per generare energia elettrica);
- concordare gli orari di consegna per evitare viaggi a vuoto;
- usare packaging/imballaggi sostenibili, con materiali riciclabili o riutilizzabili;
- informare i clienti sul corretto smaltimento del packaging;
- usare confezioni riutilizzabili per il reso;
- regifting, nuova iniziativa che consente di riutilizzare regali o oggetti che non si usano più, promuovendo il riuso.